News Cinofile del Centro Cinofilo Pike

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Le doti caratteriali del cane: i comportamenti naturali

Indice dei contenuti

Visto che sul web e non solo, si parla molto (troppe volte a sproposito) di un argomento molto delicato come quello relativo al carattere del cane, abbiamo deciso di redigere questa guida completa.

La speranza è di fare chiarezza su cosa siano le doti caratteriali del cane, cosa inneschino, quali benefici ne possa trarre l’uomo e le differenze tra l’una e l’altra.

Come avviene per noi esseri umani, anche nel cane il carattere è fortemente legato all’attività nervosa.
Il tutto regolato dal Sistema Nervoso Centrale.

Definito anche “indole” il carattere si compone di una parte ambientale (tutto ciò che induce una risposta da parte del Sistema Nervoso Centrale e dalla quale arrivano gli stimoli) e di una parte innata (ereditaria e genetica sostanzialmente).

La componente ambientale – che determina quindi le risposte agli stimoli – può tradursi in: eccitante, inibitoria o neutra.

In linea generale la componente ambientale interagisce con quella innata.
Pertanto può limitare, annullare o, al contrario, esaltare il suo sviluppo pur non potendo mai prevalere completamente su una dote caratteriale assente o gravemente carente.

Un soggetto nato senza alcuna dote legata alla guardiania del gregge, potrà essere lavorato dall’uomo inserendolo nel contesto della protezione del gregge, ma non si otterrà un risultato eccellente, come con un soggetto che per dote innata, possiede un forte istinto di protezione e custodia”.

Stimolo ricevuto e risposta del cane, si intrecciano costantemente tra gli stimoli offerti dall’ambiente e la sua predisposizione genetica (selezione di razza).

Il comportamento messo in atto dal cane, in risposta ad un determinato stimolo ricevuto, si compone di 3 fasi: appetitiva, consumatoria e risolutiva.

Durante la fase di educazione di un cane (o di correzione di uno sbaglio) è sempre fondamentale intervenire durante l’inizio della prima fase e mai dopo.

Se durante una passeggiata col cane al guinzaglio, ti spunta in lontananza un gatto e vorrebbe rincorrerlo, la correzione del comportamento indesiderato deve essere effettuata immediatamente.

Appena il cane pensa di rispondere a quello stimolo (appetitiva). Altrimenti, nelle fasi successive non ha più alcun senso.

Le doti caratteriali del cane: la risposta ad un determinato stimolo

Se tutti i possessori di un cane, fossero maggiormente preparati sul linguaggio del cane, la stragrande maggioranza dei problemi di comportamento sarebbero prevenuti e risolti.

La componente genetica o innata, incide maggiormente sulle doti caratteriali del cane. Ogni razza ha le sue predisposizioni ed è l’uomo attraverso la selezione nel corso degli anni, a fissare quelle che vengono definite le caratteristiche di razza.

Doti caratteriali del cane: elenco completo

Dopo una lunga ma doverosa premessa iniziale, passiamo ad elencare e spiegare una ad una le doti caratteriali del cane, in molti casi molto utili all’uomo se ben canalizzate ed esaltate:

Temperamento

Il temperamento (o reattività) indica la velocità di reazione del cane agli stimoli esterni, positivi o negativi che siano.

Quando senti parlare di “cane dal grande temperamento“, significa avere di fronte un soggetto in grado di reagire con prontezza sia all’arrivo del padrone (per salutarlo) sia ad un’eventuale minaccia ed aggressione.

Per giudicare il temperamento di un cane, il “come” e “quanto” reagisce il cane allo stimolo, non è importante. Si valuta invece, con quale velocità è in grado farlo.

Il temperamento può essere scarso (spento, apatico), medio (normale), alto (pronto, molto vivace). I cani da lavoro ed in particolare i cani sportivi da utilità e difesa, devono avere un temperamento medio/alto.

Con le dovute eccezioni del caso, solitamente i cani pesanti, come i molossoidi, tendono ad avere tempi di reazione inferiori rispetto a cani come Border Collie o Pastore Belga Malinois.

Il temperamento del cane è spesso confuso con la “curiosità” (con la quale è direttamente proporzionale), ma trattasi di due elementi differenti.

La curiosità è mossa da una volontà esplicita e consapevole del cane, di esplorare attraverso i suoi sensi un territorio.

Il temperamento è una reazione istintiva ed improvvisa al di sopra della sua volontà. Come spiegheremo dopo, il temperamento del cane è correlato anche alla vigilanza.

Un cane con un temperamento molto alto, non necessariamente si tratta di un cane non adatto ai neofiti: può semplicemente essere molto attivo e vivace.

Fai infine attenzione a non confondere il temperamento con il nervosismo. Ad un occhio non esperto, talvolta possono essere scambiati, anche se molto diversi.

Un cane nervoso presenta problematiche comportamentali di vario genere (ansia, stress, paura) e agisce (non reagisce!) incontrollato pur non avendo ricevuto stimolo alcuno.

Tempra

La tempra del cane è la capacità di sopportare stimoli esterni negativi e dolorosi. Quando senti parlare di “cane dalla tempra molto dura”, significa avere di fronte un soggetto dalla bassa mordacità (reazione ad uno stimolo negativo attraverso il morso), dovendo essere molto alto lo stimolo negativo per farlo reagire.

I cani con queste caratteristiche non sono adatti a tutti. Sono difficilmente addestrabili (come quelli di tempra “molto molle”) e devono stare in mani molto esperte.

Un cane dalla tempra molto dura, è indifferente a qualsiasi ostacolo che deve affrontare, compresi i richiami del proprietario e la scala gerarchica.

In ambito di addestramento sportivo, si ricerca il cane di tempra mediamente dura e non troppo dura.
In utilità e difesa, un cane di tempra molto dura, potrebbe essere talmente sicuro di sé, da non percepire la minima minaccia dallo stimolo negativo portato dal figurante.

La tempra può essere sia di tipo fisico che psicologico e si misura in: molto molle, molle, media, dura e molto dura. Per aiutarti a comprendere meglio, ti faremo alcuni esempi:

possiamo rilevare la tempra psicologica del cane, nella capacità di affrontare una determinata difficoltà come un salto, l’acqua o uno sparo.

Il cane dalla tempra molto dura, affronterà queste situazioni impreviste senza titubanza, mentre il cane dalla tempra molto molle, entrerà in crisi rifiutandosi di affrontare la situazione proposta.

La tempra legata al dolore fisico, può essere spiegata con un esempio banale. Se pesti la zampa al tuo cane e lui non ha la minima reazione, nemmeno un guaito, allora hai un cane dalla tempra molto dura.

Un cane di tempra molto molle invece, inizierà a zoppicare e lamentarsi, rifiutandosi addirittura di continuare a camminare.

La tempra del cane si sviluppa con la sua crescita, ed è molto importante non commettere errori durante le fasi di addestramento del cucciolo e cucciolone. Rovinarla in tenera età è un attimo.

Vigilanza

Fondamentale per la sopravvivenza degli animali in natura, la vigilanza nel cane domestico può essere descritta come la capacità di reagire ad uno stimolo proveniente dall’avvicinarsi di un estraneo, avvertendo il padrone.

Il cane può intercettare la presenza con l’olfatto, la vista o l’udito.
La vigilanza si valuta attraverso il tempo necessario al cane per rilevare la minaccia e la distanza che deve raggiungere prima che lui decida di intervenire.

La vigilanza è altresì strettamente collegata al tempo di attenzione (frazione di tempo in cui il cane è disponibile a prestare attenzione all’avvenimento) e il territorio (spazio attorno al cane che esso considera proprietà da custodire e all’interno del quale ogni intruso non è a lui gradito).

Come si può capire quindi, la vigilanza è sicuramente più marcata all’interno del territorio in cui il cane vive abitualmente, ma può essere risvegliata attraverso l’addestramento, anche in territorio neutro.

LA SOGLIA DI STIMOLO

Devi sapere che nella Vigilanza, Tempra e Temperamento, è a loro collegata la “soglia di stimolo”. Ovvero: la quantità di informazioni necessarie al cane, per generare una sua risposta comportamentale.

In conclusione, più è elevata la vigilanza del cane (cane molto attento che ravvisa una minaccia anche ad ampia distanza) più sarà bassa la soglia di stimolo (uno stimolo minimo, attiva il cane).

Aggressività

L’aggressività è una dote naturale presente in tutti gli esseri viventi, compresi gli umani. Nel cane l’aggressività indica la capacità innata o acquisita, di reagire, aggredendo, ad una minaccia o atteggiamento ritenuto pericoloso.

Visto che nei non addetti ai lavori, ma anche in alcuni – purtroppo – educatori cinofili l’aggressività viene percepita come elemento estremamente negativo, è bene sottolineare subito, come in realtà sia una caratteristica neutra.

Un cane con aggressività molto alta, non è necessariamente un cane pericoloso e, un cane con scarsa aggressività non è un cane “buono”.

Un soggetto totalmente sprovvisto di aggressività porta con sé gravi problemi psichici e un totale disinteresse verso tutto ciò che lo circonda.

Infatti, “aggressività” non è sinonimo di “ferocia”, ma capacità di reazione agli stimoli.
Se lo stimolo è minaccioso, allora è del tutto naturale una reazione aggressiva.

Per divenire “impulso di lotta” serve la combattività (vedi sotto dote naturale: combattività), altrimenti il cane reagirà fuggendo dalla minaccia.

Il cane, come l’uomo, è perfettamente in grado di controllare la propria aggressività e di decidere come e quando esprimerla.

Un buon proprietario, può stare sereno con un cane dall’aggressività molto alta, diventando eventualmente pericoloso in mani poco esperte.

L’aggressività di divide in intraspecifica e interspecifica.
Si parla di aggressività intraspecifica quando è rivolta verso la propria specie e, si parla di aggressività interspecifica quando è rivolta verso altre specie animali o umani.

Le cause che scatenano l’aggressività sono molteplici: la dominanza sociale, la paura, il dolore, la difesa del territorio e la predatorietà.

Sociabilità

Tra le doti caratteriali del cane una molto importante è proprio la sociabilità. In altri termini, si tratta della capacità di rapportarsi con l’uomo in modo semplice e naturale.

La sociabilità del cane è una dote innata, ma dipende fortemente dalle azioni umane. La correttezza dell’imprinting (apprendimento precoce nel cucciolo) e la socializzazione (periodo in cui i cani imparano a comunicare nel linguaggio dei cani e a rispettare le regole sociali) hanno ripercussioni positive o negative enormi.

Possessività

Derivante dal comportamento predatorio, la possessività indica la propensione alla presa di possesso di qualcosa o di qualcuno. Il cane non difenderebbe la casa o il proprietario, se non li considerasse “suoi”.

I cani da guardia e da difesa, devono avere una possessività ben marcata, ma non eccessiva: se eccede, diventa ossessività e non possessività. Questo può comportare seri problemi.

Inoltre, la possessività deve essere mitigata dalla docilità, per far sì che il cane abbia piacere a condividere i suoi oggetti con il proprietario senza rilevarlo come una minaccia.

Docilità

Da non confondere con la sottomissione o la timidezza, la docilità è una delle doti caratteriali del cane molto importante.

Con docilità si intende la predisposizione ad accettare l’uomo come superiore gerarchico. Risulta essere, inversamente proporzionale alla tempra vista nei paragrafi precedenti.

Come tutte le cose, anche la docilità deve avere un suo equilibrio:
un cane privo di docilità, risulta ingestibile (è poco propenso ad ascoltare il padrone, a seguirlo, ad imparare da lui), ma un cane “troppo docile” ha il problema contrario: non è in grado di prendere una decisione, senza il comando del proprietario.

Solitamente al di là della caratteristica di razza intrinseca, un’alta docilità si ottiene attraverso un’educazione e un addestramento privo di violenza e forte coercizione.

Combattività

Citata in precedenza durante la descrizione dell’aggressività, la combattività è sostanzialmente il passo successivo. Indica quindi, la capacità di trasformare l’impulso aggressivo in lotta.

Spesso viene associata anche alla possessività. Il cane possessivo infatti, combatterà per difendere ciò che ritiene suo con forza.

Talvolta la combattività viene assimilata al coraggio, ma in realtà è un utilizzo improprio.

Il coraggio, contiene al suo interno la combattività, ma di fatto è un insieme di doti caratteriali del cane che includono sicurezza in sé stesso e nervi saldi.

Curiosità

La curiosità nel cane si manifesta fin da cucciolo, già dalla quarta settimana di vita. E’ una delle doti caratteriali del cane da NON reprimere mai.

Indica infatti, la voglia e la capacità del cane di interessarsi a quanto lo circonda ed è alla base dell’attitudine ad esplorare il territorio.

Fondamentale nei cani da utilità e difesa, è la base per ottenere risultati nella ricerca olfattiva in pista. E’ importante quindi, far sviluppare tale dote al cane fin da subito.

Impulso Predatorio

Caratteristica atavica del cane, è l’impulso naturale che lo spinge a inseguire, catturare ed uccidere la preda, per garantirsi la sopravvivenza.

Ti starai chiedendo: ma il cane oggi, non deve procurarsi il cibo autonomamente. Tutto corretto, ma attraverso la sua “memoria di razza” ha mantenuto questa dote.

A lui indispensabile per millenni per sopravvivere, è impossibile cancellarlo dal corredo genetico del cane. Ad essere precisi, non è corretto parlare di impulso predatorio, ma bensì più propriamente di “pulsione predatoria”.

Per venire innescato, l’impulso predatorio, necessita di uno stimolo che in natura è rappresentato da un animale di specie diversa in rapido movimento.

Questa situazione, fa scattare nel cane una sorta di irrefrenabile “bisogno interno” di inseguire, agguantare e stringere con i denti la preda.

Proprio perché si tratta di un “bisogno” è più corretto definirlo come “pulsione predatoria”. Un simpatico gioco che puoi fare, se possiedi un cucciolo, è far muovere davanti a lui uno straccetto.

Il cane dal predatorio elevato, inizialmente avrà una prima fase di studio (è pericoloso questo oggetto?) dopodiché – accertata da parte sua la non pericolosità – scatterà immediatamente l’associazione: “oggetto si muove veloce = preda interessante”.

Il cucciolo cercherà di afferrarlo con entusiasmo. Noterai anche, che se lasci subito lo straccio, il suo interesse per lo stesso, scemerà rapidamente.

Continuando a muoverlo, facendolo apparire/scomparire, noterai in lui un interesse crescente spasmodico. Se dopo qualche minuto di “caccia”, gli lascerai prendere lo straccio, ravviserai un chiaro meccanismo naturale:

“ucciderà” lo straccio scuotendolo vigorosamente, portandolo in un luogo appartato. Si sdraierà mettendo lo straccio in mezzo alle zampe.

Doti caratteriali del cane - impulso predatorio

Emanuele Polloni - Centro Cinofilo Pike
Emanuele Polloni - Centro Cinofilo Pike

Appassionato di Cinofilia fin da bambino, segue le orme del padre, diventando addestratore ufficiale ENCI per cani da compagnia, preparatore sportivo e specialista in recupero comportamentale.

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